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mercoledì 22 giugno 2022

21 giugno 2022 Dawson Creek - The shepard's Inn Km 118

 21 giugno 2022 Dawson Creek - The shepard's Inn Km 118


Siamo noi a dirvi grazie per i racconti, per la condivisione per le emozioni che ci fate vivere con il vostro puntuale diario di bordo. Al termine di ogni giornata, dopo i tanti km percorsi, ancora la forza di scrivere lunghi report che ci regalano la sensazione di essere lì con voi! É bellissimo!
Davvero ci riportate al ricordo di Mauro Talini.
Davvero ci trasmettete la realizzazione dei desideri di Mauro: portare messaggi di speranza, che ormai conosciamo bene #diabetesnolimits, #sicurezzastradale, #salvaguardiadelcreato, #solidarieta, “Dal Sud al Nord del Mondo” anno 2013.
Davvero ci confermate che quei messaggi, oggi, sono diventati anche i NOSTRI.

 

Diario di bordo - mar. 21 giugno 2022
In viaggio verso l'Alaska - 5a tratta: Calgary-Prudhoe Bay
7 tappa: Dawson Creek-The Shepard's Inn km 118
Good morning, Italia.
Dai numerosi messaggi apprendo che molti di voi iniziano la giornata leggendo le nostre note di viaggio e questo ci rende orgogliosi: non immaginate quanto per me, per noi, sia bello condividere le nostre sensazioni e soprattutto ricevere i vostri riscontri. Ci danno forza e coraggio nel continuare il nostro progetto superando la difficoltà (innegabili) e ci infondono la sensazione di non essere soli ma sospinti da tante persone coinvolte. E amiche. Grazie di cuore.
Oggi si riparte da Dawson Creek alle 7.15, con una splendida giornata di sole, frizzante (10 gradi) ma stimolante, ideale per festeggiare il solstizio d'estate, oggi 21 giugno.
Dawson Creek è un nodo cruciale perché da qui comincia l'Alaska Highway, costruita nel 1942 dall'Esercito Americano per facilitarne gli spostamenti durante la Seconda Guerra Mondiale: è lunga 2451 km fino a Delta Junction.
Il cartello storico del miglio 0 è meta obbligatoria di tutti i viaggiatori e prima di noi troviamo un padre con la figlia, appena diplomata, a cavallo di una enorme moto tipo Harley Davidson, che abbiamo aiutato ad immortalarsi senza selfie. Poi è toccato a noi e devo dire che ci siamo un po' emozionati ripensando a tre anni prima, quando noi tre (c'era anche mio figlio Fausto) abbiamo effettuato uno scatto simile, fissando il km 0 della Carettera Austral in Patagonia.
Niente da dire, ormai io e Dino siamo diventati esperti di strade estreme, a tutte le latitudini... Chissà quale sarà la prossima...
Pedalare di prima mattina è assai stimolante per il fresco e soprattutto si incontrano i caratteristici scuola-bus, tipici del Nord America, gialli e dallo stile un po' retrò, col muso allungato. Fanno sempre molta allegria pensandoli pieni di bimbi vocianti e a noi infondono stille di energia.
Oggi ci sentiamo veramente, forse per la prima volta, nel Grande Nord: sono tornate le foreste a perdita d'occhio, la presenza di animali selvatici è segnalata di continuo, vediamo numerose dighe costruite dai castori. Pedaliamo ancora su un altopiano tra i 700 e gli 800 metri di altezza, quindi affrontiamo la prima seria discesa che ci porta ad attraversare il Peace River, dal nome benaugurante. L'attraversamento è pazzesco, il fondo è in grigliato metallico, i camion rombano e fanno vibrare incredibilmente la struttura, noi pedaliamo su uno stretto marciapiede di cemento ma ci sentiamo instabili. Sarebbe stato assolutamente impossibile pedalare su questo grigliato...
Dopo la discesa ovviamente appare l'immancabile salita che ci porta a Taylor, dove ci fermiamo in un simpatico chioschetto in legno per ristoriarci con una cioccolata calda: in questi giorni abbiamo capito che più delle soft drinks perennemente freddissime, e servite con innumerevoli cubetti di ghiaccio, ci fanno molto meglio le bevande calde, anche se ci sono più di 20 gradi all'aperto.
Facciamo amicizia con la proprietaria, una ragazza di nome Sierra, che si incuriosisce del progetto tanto da farci alcune foto e da collegarsi alla nostra pagina facebook "Mauro Talini, ancora in viaggio". Altri semi gettati lungo la strada.
Da Taylor a Fort St. John il passo è abbastanza breve, per quanto in salita, e qui respiriamo il clima di frontiera, col forte accerchiato dagli indiani, i cacciatori di lontre, il commercio di pelli, i bisonti, le giubbe rosse.
Qui ci sentiamo dei pionieri in bicicletta e a tal proposito in un grande negozio di bici, che ci era stato consigliato ieri da Griffin sport, faccio il cambio del copertone posteriore, usurato dall'asfalto canadese.
Dopo un ricco panino per pranzo proseguiamo lungo l'Alaska Highway, indicata col numero 97, la circle-route, Great Nord e continuiamo a fendere le foreste in un percorso che ora non prevede nè città ne villaggi intermedi, tanto che la nostra meta al km 118, che raggiungiamo alle 16.30, è un motel solitario, sorto a fianco di una pompa di benzina.
Shepard's Inn è un posto di rifugio di viandanti, un luogo di frontiera, se ti astrai e non guardi gli enormi camion dalle fogge mostruose ti sembra di essere in pieno far-west.
Dimenticavo, un chilometro prima ho collezionato la quarta foratura, questa volta anteriore, e mentre riparavamo si è fermato il primo ciclista incontrato lungo il percorso, in senso inverso proveniendo dall'Alaska. Viso simpatico, giovanissimo (solo 18 anni) è al suo primo grande viaggio in bici, effettuato alla fine della scuola prima di cominciare il college.
Quello che si dice un inizio col botto.
Complimenti a lui e alla sua voglia di scoprire il mondo dall'alto della sella!
I dati della tappa: km percorsi 118, tempo impiegato 6 ore e 13, dislivello 1139 metri.
Per chi volesse seguirci passo dopo passo:
 
 

















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