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sabato 18 giugno 2022

17 giugno 2022 3a tappa Edmonton-Whitecourt, km 191

 17 giugno 2022 3a tappa Edmonton-Whitecourt, km 191

La prima cosa che faccio appena sveglia, dopo aver ringraziato il Buon Dio per il dono di un nuovo giorno, prendo l’iPad e cerco notizie dei due ciclisti … “in viaggio… verso l’Alaska”. Lo faccio da quando è iniziata l’avventura: è il bisogno di avere notizie rassicuranti, di come stanno i due ciclisti, del come é andata la giornata; é un modo per sostenere, rafforzare i messaggi che stanno portando, per condividere le emozioni e i sentimenti …
“Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.” Una frase del Vangelo di Matteo che i ciclisti vivono accettando la sfida di ogni giorno: affrontando gli imprevisti, le difficoltà e avendo uno sguardo di speranza e di fiducia… e mai ogni giorno é stato uguale!
Viva la vita!
 
 

Diario di bordo - 17 giugno 2022
In viaggio verso l'Alaska - 5a tratta: Calgary-Prudhoe Bay
3 tappa: Edmonton-Whitecourt, km 191
Le prime tappe di una lunga avventura in bici sono sempre le più complesse: devi riprendere confidenza col ritmo del viaggio, il tuo corpo deve abituarsi ad essere maltrattato per tante ore consecutive e per tante giornate una dietro l'altra, i muscoli non sono ancora abituati alla funzione "on the Road" e cominciano a mandare dei segnali. Solitamente alla quarta o quinta tappa subentra l'abitudine, l'allenamento e tutto diventa più facile, più naturale.
Oggi al risveglio ci siamo auscultati e qualche doloretto c'era tutto, soprattutto legato alla fatica del primo giorno controvento.
Pazienza, passerà. Partiamo dalla periferia meridionale di Edmonton e giungiamo in pieno centro grazie a una bella rete di piste ciclabili che ci porta, dopo una ripida scalinata in legno percorsa a mano con molte difficoltà, a un bel ponte strallato sul fiume da dove ci meritiamo il colpo d'occhio del centro direzionale di Edmonton con i suoi svettanti grattacieli. Bello non saprei, sicuramente suggestivo.
È comunque una capitale da 1 milione di abitanti ma circondata da splendidi parchi; mi colpisce un cartello piantato in un'aiuola LOVE WHERE YOU ARE. Sì ho pensato che sia proprio corretto amare il luogo dove si abita e conservarlo, preservarlo. Il nostro messaggio sulla salvaguardia dell'ambiente è proprio legato a ciò. A proposito di messaggi, ieri poco fuori Edmonton, all'arrivo, ho fotografato un grande cassetto, tipo cassonetto, di raccolta fondi per il Diabete, espressamente per sovvenzionare campi estivi per bambini. Evviva, anche il Canada è sensibile.
Usciamo da Edmonton sulle immancabili strade trafficate tipiche di una capitale (con molte pozze per la pioggia notturna anche se al momento non minaccia troppo, anche se il cielo è plumbeo) e dopo 15 chilometri voltiamo decisamente verso ovest e dopo un po' la strada diventa a due corsie, insinuandosi nella dolce campagna.
Siamo partiti presto, alle 7.15 perché ci aspettano ben 185 chilometri ma non riusciamo a fare strada: prima foratura mia e ripariamo, ma smonta i bagagli, tira fuori gli attrezzi, controlla il copertone, una ventina di minuti passano come ridere. Ripartiamo ma dopo poco sono ancora a terra: e qui partono i moccoli. Ricontrolla il copertone, cerca un vetro o un sassetto, giralo come un calzuno per verificare bene e dopo un po' ci accorgiamo che avevo portato per sbaglio una camera d'aria rattoppata e la pezza si era sollevata. Errore da principiante, Dino mi ha redarguito giustamente, ma quando hai fretta nei preparativi... Fatto sta che succede una cosa incredibile, dopo aver rivoltato il copertone per controllarlo, rimesso nella posizione originale il tallone di destra si è arrotolato su se stesso e non assumeva più la forma corretta. Mai visto una cosa del genere. Dopo una ulteriore raffica di improperi abbiamo (uso il plurale ma non è tanto corretto) risolto il problema ma è passata una buona ora. Ecco il motivo per cui all'ora di pranzo, alle 12.30, abbiamo percorso solo 70 chilometri e l'implacabile cartello stradale ne segnalava 118 a Withecourt, la nostra meta. Abbiamo pensato entrambi, davanti a un Canadian Hamburger (uno dei prossimi giorni vi spiegheremo le nostre peripezie gastronomiche): sarà difficile rispettare il programma o quantomeno giungeremo alle 20.00.
Fatto sta che il viaggio prende e il viaggio da, e se la mattina ci ha tolto con mille inconvenienti, il pomeriggio ci ha dato, sotto forma di brezza a favore che ci ha fatto mantenere medie imbarazzanti per dei viaggiatori, con un lungo tratto percorso attorno ai 35 kmh. Beh, se è per questo ci ha dato anche la pioggia scrosciante nella cinquantina di chilometri finali, ma ciò non ci ha guastato la giornata. Giacca a vento, braghe corte e... Singing in the rain. Abbiamo costeggiato lungamente una foresta da cui a un certo punto è schizzato fuori un puledro che ha attraversato incolume la nostra highway (nel frattempo è ritornata una sorta di autostrada con lunghissimi rettilinei ma ampia banchina laterale). Siamo restati a bocca aperta e bagnata.
Zuppi ma felici alle 18.15 giungiamo a Whitecourt, qui conosciuta per lo strano primato (quantomeno ai nostri occhi) di essere la capitale della motoslitta dell'Alberta.
In compenso è alla confluenza di quattro fiumi: Atabasca, Meheot, Sakwataman e Beaver Creek. Siamo in pieno territorio indiano e si sente, quantomeno dai nomi.
Dormiamo in un motel dove si respira un'aria molto country, con tutte le macchine parcheggiate davanti alle camere. Le nostre bici hanno un trattamento di favore: direttamente in camera con noi. Chicca finale: lavatrice e i panni sono perfettamente asciutti, anche se temiamo per poco, dato che anche domani è prevista pioggia.
Qualche dato della tappa:
191 km, tempo di pedalata 8 ore e 5 minuti, velocità media 23,6 kmh, dislivello 911 metri.
 








 

 

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