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martedì 21 giugno 2022

20 giugno 2022 Grande Prairie - Dawson Creek, km 132

 20 giugno 2022 Grande Prairie - Dawson Creek, km 132


 

Alberto Fiorin

Diario di bordo - lun. 20 giugno 2022
In viaggio verso l'Alaska - 5a tratta: Calgary-Prudhoe Bay
6 tappa: Grande Prairie-Dawson Creek, km 132
Scostiamo la tenda della stanza del nostro Motel Igloo alle 6 del mattino e un cielo limpido appare ai nostri occhi. La giornata inizia sotto i migliori auspici ma l'idillio dura pochi minuti fino a quando Dino non si accorge che la sua bicicletta (rigorosamente in stanza con noi) ha un raggio della ruota posteriore rotto. Gli improperi aumentano quando si accorge che è dalla parte della cassetta dei rapporti, che bisognerà smontare con la chiave speciale a frusta, che il nostro organizzatissimo meccanico aveva portato (pur con la speranza di non usarla). Morale: non solo partiamo alle 8.30, ma anche con la ruota che ha grossi problemi perché il pacco pignoni non si è ricollocato in modo corretto. Cercheremo un meccanico lungo la strada (in effetti qui ce ne sono a ciuffi...).
Innervositi e preoccupati per il contrattempo cominciamo a pedalare (ovviamente controvento, ca va san dire) nella vasta prateria, che è stata colonizzata ai primi del Novecento. Passiamo per piccole comunità dai nomi europei: se ieri era toccato a Bezanson, oggi è la volta di Wembley e durante la prima tappa, tra una folata di vento e l'altra, abbiamo pure notato il disarmante cartello di Cremona.
Qui effettivamente non ci sono più le foreste dei giorni precedenti, ma estese coltivazioni, prevalentemente di grano, tanto che i numerosissimi silos sono il landmark di questo territorio, che fa parte del Peace River Country. A dire il vero, gli fanno concorrenza i pozzi petroliferi, che abbiamo notato in abbondanza.
E vediamo, come nei giorni scorsi, l'immancabile ferrovia che corre a fianco della strada, ma serve solo per il trasporto merci e non dei passeggeri.
E non è certo un caso perché ci siamo accorti che qui in Canada i trasporti pubblici sono molto limitati (sia bus che treni) perché qui c'è la monocultura autocentrica, cioè è il trionfo dell'automobile, in tutte le fogge, generalmente gigantesche tanto da sembrare mostruose.
Nei paesi si capisce che il luogo centrale di riferimento è la pompa di benzina (tanto è vero che c'è sempre allegato un negozio ben fornito, un vero e proprio bazar, spesso con generi alimentari, di cui anche noi usufruiamo), quando entri in un albergo ti chiedono automaticamente, per il riconoscimento, la patente di guida, evidentemente più scontata del passaporto.
Ahi, ahi, ce n'è di strada da fare, di mentalità da cambiare!
Questi sono i ragionamenti che il pedalare mette in moto, grazie al movimento ipnotico e circolare delle pedivelle che ci stanno spingendo implacabilmente verso nord-ovest. Passiamo altri paesini, facciamo spesa di frutta a un supermercato e ci troviamo a breve ad oltrepassare una nuova provincia, la Columbia Britannica, il che vuol dire anche che siamo in un altro fuso orario, che cambiamo nuovamente l'ora e passiamo dalle 8 alle 9 ore indietro rispetto l'Italia. Ora la nostra strada 43, che da qualche chilometro è passata da quattro a due corsie, si chiama numero 2 ed è decisamente più trafficata, se non altro per il dimezzamento delle corsie.
Alle 16.15 (anzi alle 15.15 ora locale, dobbiamo ancora spostare l'orologio) entriamo a Dawson Creek e dopo aver trovato l'albergo ci rechiamo di gran carriera a cercare un meccanico per completare l'opera iniziata da Dino, centrare perfettamente la ruota e sistemare il mozzo. Dino era seriamente preoccupato, già meditava di comprare una ruota nuova, ma il padrone del bel negozio "Griffin Source for Sports" si è portato in officina il cerchione e dopo 5 minuti era perfetto, come nuovo. Costo? Una stretta di mano e tanti auguri per l'Alaska.
Dino adesso è rinato, col suo mezzo nuovamente efficiente. Festeggiamo immortalandoci sotto il cippo che indica il chilometro 0 dell'Alaska Highway, che parte proprio da Dawson Creek. Fino a Delta Junction sono 2451 km, la stragrande maggioranza in Canada, nonostante il nome della strada. Meglio però che dica che a Fairbanks mancano 1523 miglia, così sembra più corta (anche se da Fairbanks a Prudhoe Bay bisogna aggiungerci altri 800 chilometri).
Insomma, con tutti questi numeri mi viene il mal di testa, soprattutto all'idea di doverli pedalare.
Il concetto è semplice: il dado è tratto.
Ecco i dati della tappa: 132 km (più 7 per il meccanico), tempo di pedalata ore 6 e 10, media 21,4 kmh, dislivello 661 m.
Per chi volesse seguirci passo dopo passo:
 















 

 

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